Evidenze scientifiche indicano come la presenza di comorbidità sia un evento comune nei pazienti affetti da Artrite Reumatoide (AR) all'esordio e come il loro numero possa aumentare in 5 anni di osservazione. Tutto ciò evidenzia come l'infiammazione possa giocare un ruolo chiave nel contesto non solo della malattia principale ma anche delle malattie concomitanti.
Dalla letteratura si evince anche come il trattamento precoce del paziente affetto da Artrite Reumatoide riduca il rischio correlato sia al progredire della malattia che alle sue comorbidità.
Nonostante i progressi terapeutici degli ultimi due decenni, la cardiopatia ischemica, rappresenta ancora oggi la principale causa di morte nei pazienti affetti da AR.
Le evidenze che accomunano la patogenesi dell’AR e la malattia aterosclerotica sono molteplici e suggeriscono che l’aterosclerosi possa rappresentare una manifestazione sistemica della malattia piuttosto che una comorbidità. L’eccesso di fattori di rischio tradizionali, che pur caratterizza i pazienti affetti da AR, contribuisce solo parzialmente allo sviluppo della malattia cardiovascolare. Aterosclerosi e AR condividono diversi aspetti patogenetici, già a partire dalle fasi precliniche: substrato genetico, fattori ambientali, modificazioni post-traduzionali degli antigeni, attivazione della risposta immune innata e adattativa con sviluppo di un infiltrato infiammatorio a livello della sinovia e dei vasi.
La diagnosi precoce e l’adeguato trattamento dell’AR si rendono necessari non solo per limitare la disabilità articolare ma anche per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori e, dunque, la mortalità cardiovascolare.
Nell’ottica dell’applicazione della medicina di precisione, durante il corso si intendono fornire gli strumenti necessari per un corretto management del paziente.
Obiettivi:
•Aumentare la sensibilità degli specialisti reumatologi nei confronti dei fattori di rischio cardiovascolari
•Supportare gli specialisti reumatologi nella gestione del rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da AR
•Migliorare la capacità di gestione del paziente affetto da comorbidità cardiovascolari